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Alluvioni record, 85mila sfollati.

Presidente kazako: il più grande disastro naturale degli ultimi 80 anni

Ambiente
10/04/2024

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Solo acqua. Un mare d’acqua dal quale spuntano quasi come “corpi estranei” palazzi, case, insegne di parchi e piazze. È lo scenario di alcune zone colpite da forti inondazioni tra la Russia e il Kazakhistan. Oggi è previsto il picco del livello dell’acqua. A provocare, quello che il presidente kazako ha definito il più grande disastro naturale degli ultimi 80 anni, i temporali incessanti e lo scioglimento della neve sui monti Urali. Una conseguenza degli ormai consueti e imprevedibili cambiamenti climatici. Sono state evacuate 85mila persone, tra cui 30mila sono bambini. Secondo quanto riferisce la Tass, 8.349 sono nei centri di accoglienza temporanea, tra loro oltre 3mila minori. I soccorsi della Protezione Civile solcano le strade sommerse d’acqua alla ricerca di persone bloccate nelle case. In 10 regioni occidentali e settentrionali del paese è stata dichiarata lo stato di emergenza. Il presidente ha annunciato misure straordinarie per contenere il flusso dell’acqua e l’arrivo di altri militari per i soccorsi. Nelle regioni colpite si attende l’arrivo del capo del governo, dei suoi vice e il ministro per le Situazioni di emergenza. Le inondazioni iniziate 3 giorni fa hanno colpito anche città russe al confine con il Kazakistan. La situazione più grave nella vicina città di Orsk sul fiume Ural che ha toccato livelli record. L’ondata d’acqua ha provocato la rottura di due dighe, 3 persone sono morte e più di 10mila case sono allagate. Il ministero per la Protezione civile russo ha detto che 4mila case e 10mila persone sono a rischio per possibili esondazioni del fiume, per la rottura delle dighe. A Orsk vivono circa 230mila persone. Si trova a circa 1.800 chilometri da Mosca, nella regione di Orenburg, colpita da poco da esondazioni e anche qui è stato dichiarato lo stato d’emergenza.