Il celebre autore, vincitore di numerosi premi letterari, è morto a Tirana all'età di 88 anni
Oggi è un giorno triste per il mondo della letteratura: a Tirana si è spento Ismaïl Kadare, scrittore e poeta albanese di fama internazionale. Considerato uno dei più grandi autori dell'Europa orientale e il più importante della sua nazione, Kadare è stato tradotto in 45 lingue e ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti letterari. Aveva 88 anni. Kadare, da tempo candidato al Premio Nobel per la Letteratura, ha dedicato la sua opera alla storia albanese e alla vita sotto il regime comunista di Enver Hoxha. Il suo impegno per la tolleranza religiosa lo ha reso un simbolo di resistenza. Dopo aver vissuto da membro dell'Assemblea del Popolo durante la dittatura di Hoxha, Kadare è stato costretto a fuggire in Francia a causa di censure e contrasti. Lì ha ottenuto asilo politico nel 1990 e ha continuato a scrivere sotto lo pseudonimo di Ismail Kadarè. Il suo romanzo più celebre, "Il generale dell'armata morta", pubblicato per la prima volta in Italia nel 1982, lo ha reso famoso in tutto il mondo. Ambientato dopo la Seconda guerra mondiale, narra la storia di un generale italiano incaricato di ritrovare i resti dei soldati caduti in Albania. I suoi romanzi, come "I tamburi della pioggia" e "La città di pietra", sono stati tradotti in italiano e hanno criticato il regime comunista. In Italia, la sua opera è in corso di riedizione presso l'editrice La nave di Teseo. Kadare, con la sua voce coraggiosa, ha denunciato la repressione del regime filosovietico e ha pagato il prezzo dell'esilio. La sua eredità letteraria rimarrà indelebile.
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