Avvocato generale: "Impossibile imporre obblighi generali ed astratti"
L'avvocato generale della Corte di Giustizia Ue, Maciej Szpunar, ha suggerito che uno Stato membro non può imporre obblighi generali ed astratti a un prestatore di servizi online operante nel suo territorio ma stabilito in un altro Stato membro. Questo riguarda le cause riunite di Airbnb, Google, Amazon e Vacation Rentals, che contestano gli obblighi previsti dalla legislazione italiana a prestatori di servizi di intermediazione e di motori di ricerca online. La Corte di Giustizia ha affermato che la direttiva sul commercio elettronico ostacola l'applicazione di tali obblighi. Le conclusioni dell'avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia, ma sono un suggerimento indipendente. I giudici della Corte cominceranno a deliberare sulla causa e la sentenza sarà pronunciata in seguito. Gli altri prestatori di servizi online stabiliti nell'Unione Europea contestano questi obblighi davanti ai giudici italiani, sostenendo che le misure italiane sono contrarie al regolamento dell'Unione che promuove equità e trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi d'intermediazione online. L'Italia, invece, sostiene che la normativa in essere applica le norme dell'Unione. Le società stabilite nell'UE ritengono che tali obblighi violino il principio previsto nella direttiva sul commercio elettronico, secondo cui i servizi della società dell'informazione sono soggetti alla legge dello Stato membro di stabilimento del prestatore. Il giudice italiano ha deciso di sottoporre alcune questioni alla Corte di Giustizia. La Corte non risolve la controversia nazionale, ma spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Commenta la notizia qui sotto e condividila con i tuoi amici.
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