Il giovane accusato di triplice omicidio pluriaggravato
Il 17enne che ha sterminato la propria famiglia - padre, madre e fratello di 12 anni - nella notte di passaggio tra agosto e settembre si trovava seduto vicino al muretto di casa quando sono arrivate le forze dell'ordine da lui chiamate. Accanto a lui, insanguinato, un coltello di grosse dimensioni. L'accusa è quella di triplice omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione. Nelle prossime ore è attesa la richiesta di convalida dell'arresto e di custodia cautelare che sarà depositata all'ufficio del gip. Poi, il giudice fisserà l'udienza di interrogatorio e convalida, che potrebbe essere non prima di domani, mercoledì 4 settembre. I familiari di papà Fabio e mamma Daniela, sconvolti dall'accaduto, non hanno ancora voluto rilasciare dichiarazioni, ma i nonni del 17enne hanno già manifestato l'intenzione di incontrare il nipote, forse per capire e forse per poter sperare in un suo futuro recupero. L'incontro non sarà però possibile prima dell'udienza di convalida. Una protezione che potrebbe dargli forza per affrontare l'udienza di convalida dell'arresto, che sarà fissata nelle prossime ore, poi un processo doloroso e ora un'attenzione mediatica su cui il Garante della privacy ha richiamato la stampa al rispetto delle norme che riguardano i minori. "I giovani manifestano un malessere importante soprattutto negli aspetti che riguardano la socialità e purtroppo possiamo fare molto poco perché non possono rivolgersi direttamente a un consulto psicologo o psichiatrico", come ha affermato la procuratrice Ditaranto. Ha confessato di avere colpito per primo con "un grosso coltello da cucina'' il fratello che dormiva nella sua stessa stanza le cui urla hanno richiamato la madre. Appena entrata nella cameretta, la donna è stata a sua volta ferita a morte e, subito dopo, il padre, ucciso mentre stava soccorrendo il bambino di dodici anni. La famiglia aveva poche ore prima festeggiato il cinquantunesimo compleanno dell'uomo. Poi ha chiamato il 112 alle due di notte. In caserma nel lungo e doloroso interrogatorio ha iniziato a rendersi conto di cosa ha fatto, stupendosi: "Non pensavo che avrebbero sofferto così tanto". Da un primo esame del telefono, delle chat, dei giochi elettronici non è emerso nulla di significativo e ha già cominciato i colloqui con gli educatori al Beccaria. Più avanti, dopo la convalida, saranno svolti anche gli accertamenti su eventuali disturbi psichiatrici. "Non c'è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato". Nella notte è stato lo stesso adolescente a dare l'allarme intorno all'una, chiamando il 118 per dire “Venite, ho ucciso mio padre”. I soccorritori avevano così allertato i carabinieri che lo avevano raggiunto nell'abitazione dove, nella stessa stanza, c'erano i corpi di degli altri familiari. In un primo momento il 17enne - che non presentava ferite - aveva riferito di aver colpito solo il padre, dopo averlo trovato accovacciato nella cameretta del fratellino con accanto un coltello e la madre con il 12enne morti. Un racconto che da subito non aveva convinto del tutto gli inquirenti, anche se dall'inizio era stata esclusa l'ipotesi di una rapina, vista anche la casa in ordine. "Lui ha immediatamente ritrattato la versione iniziale e ha confessato i tre omicidi" spiega in conferenza stampa la procuratrice del tribunale per i minorenni di Milano, Sabrina Ditaranto. Frequenta il liceo scientifico Gadda di Paderno e a giorni avrebbe iniziato la quinta. Giocava a pallavolo, usciva con gli amici, dalle testimonianze emerge un ragazzo come tanti. Ma nessuno aveva intercettato quel “disagio”, che lo stesso ragazzo fa fatica a raccontare: “Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri”. A casa come con gli amici, che non gli mancavano: “Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse”. Nei prossimi giorni cominceranno i colloqui con gli psicologi del Beccaria. "Non c'era nessun segnale di allarme rispetto a quello che è successo. C'è da dire che lui è sempre stato molto riservato per cui un eventuale atteggiamento più pensieroso poteva passare inosservato". Le indagini si concentreranno anche sulle analisi dei dispositivi elettronici utilizzati in famiglia per capire se ci fossero degli elementi che possano aiutare a contestualizzare il triplice omicidio. Al momento infatti non è emerso niente che potesse dare indicazioni ai carabinieri. L'unica segnalazione che la procuratrice ha fatto emergere è la presenza “di musica molto triste”.
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