Ottant'anni fa avveniva l'eccidio delle Fosse Ardeatine: 335 persone, tra militari e civili, furono trucidate a Roma dalle truppe di occupazione naziste. Una ferita ancora aperta nella memoria del nostro Paese. La scuola deve essere in prima linea nel custodire il ricordo della lotta contro il nazifascismo e i suoi orrori, trasmettendo alle nuove generazioni i valori costituzionali della democrazia, della libertà e del rispetto verso la persona umana. È quanto sostiene il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. È nostro dovere custodire la memoria dell'eccidio delle Fosse Ardeatine con l'uccisione da parte dei nazisti di 335 persone, rappresentando una delle pagine più buie della nostra storia. Il presidente del Senato Ignazio La Russa definisce l'accaduto un orrore di fronte al quale ci si può solo inchinare, lavorando affinché mai più possa ripetersi una simile atrocità. Il 24 marzo del 1944 si consumò l'eccidio delle Fosse Ardeatine dove 335 persone, per la maggior parte civili, vennero assassinate dalle truppe tedesche. Una strage impressa nella memoria collettiva come uno dei più atroci crimini di guerra perpetrati durante l’occupazione nazista. Un tentativo di instillare terrore e sopprimere la resistenza che, al contrario, rafforzò la determinazione degli italiani a lottare per la libertà. Ricordiamo oggi il sacrificio delle vittime per mantenere viva la promessa di un futuro di pace e giustizia, ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
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