Il ricercatore egiziano racconta la sua esperienza e il suo impegno per i diritti umani
Sono a Lampedusa dopo l'ennesimo naufragio, seguendo le notizie con dolore. Nessuno affronta il mare e i rischi della migrazione con leggerezza, spinti dalle difficili condizioni dei loro paesi. L'Italia lavora alle soluzioni sull'immigrazione ma non basta, serve rendere legali gli arrivi. Dietro ai migranti ci sono famiglie disperate in cerca di una chance. Il mio impegno è per chi non ha voce, come i prigionieri per le loro opinioni politiche. Il libro racconta la detenzione di molti come me. Oggi sto bene, ma il ricordo di quei 22 mesi mi spinge a dare voce a chi non può raccontare la propria storia.
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