Solo il 2,3% denuncia. Gli abusi verbali i più diffusi, anche via social. Lo smart working un alleato delle donne
Sono 2 milioni le donne vittime di avance e ricatti sul posto di lavoro: sguardi, allusioni fuori luogo, offese ma anche vere e proprie molestie fisiche che talvolta diventano virtuali ma non meno dolorose. Le stime, agghiaccianti, arrivano dal report dell'Istat “Le molestie: vittime e contesto”, relativo agli anni 2022-2023. Recalcati: “Gli uomini che odiano le donne odiano la loro libertà”. Il fenomeno riguarda soprattutto le più giovani donne, con una percentuale che sale al 21,2% tra i 15 e i 24 anni. Le molestie sono per lo più perpetrate da colleghi maschi o persone con cui si ha un rapporto lavorativo come clienti, pazienti o studenti. Le denunce sono rare, con solo il 2,3% delle donne che contatta le forze dell'ordine. La campagna #meetoo e lo smartworking hanno contribuito a ridurre i ricatti sessuali. Gli abusi virtuali sono in aumento, con proposte indecenti e commenti offensivi sui social. Solo il 3,1% delle donne ha subito molestie 'dal vivo', mentre l'1,7% tramite messaggi e l'1,9% attraverso piattaforme social. Un milione 311mila donne hanno subito molestie extralavorative, di cui 743mila solo negli ultimi 12 mesi. Il fenomeno è stato amplificato dai social e dalle tecnologie. L'Università Cattolica di Milano offre un corso di psicologia della violenza di genere per sensibilizzare gli studenti. Arianna Gentili, responsabile del 1522, invita a prestare attenzione ai campanelli di allarme.
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