Manca il consenso sulle privatizzazioni, cadono anche i nuovi "superpoteri" del presidente e il pacchetto fiscale, con condoni, moratorie e nuove regole pensionistiche
La casta si è opposta al cambiamento. Non sarà facile modificare un sistema dove i politici si sono arricchiti a danno degli argentini. Così il presidente argentino Javier Milei - da Israele dove ha annunciato il trasferimento dell'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme - alla notizia che è stato ritirato il disegno di legge “omnibus”, che tra l'altro conferiva poteri straordinari proprio al presidente. A fermare il progetto di riforma, secondo quanto riportano i media, è stato lo stesso governo, sotto la pressione della formazione politica di cui fa parte proprio Milei, il Partito Libertario. La mossa sarebbe dettata dalla mancanza di consenso su molti punti chiave, come le privatizzazioni e le questioni legate alla sicurezza. La “dialogante” forza di opposizione - attacca il governo - “ha tradito”, per questo “la pagherà”. Oltre alla legge omnibus, arriva un brusco stop anche per il pacchetto fiscale, con condoni, moratorie e nuove regole pensionistiche. Milei torna sulla questione anche in un post su X - dove sottolinea che “non sono stati rispettati gli impegni da coloro che avevano sostenuto il progetto”. E minaccia: “Il tradimento si paga caro”. Il disegno di legge ora torna alle Commissioni. La speranza - dice il ministro dell'Interno, Guillermo Marcos - "è che non venga contestato punto per punto apportando modifiche che gli farebbero perdere la sua essenza”. Le misure shock annunciate dal Presidente argentino appena si è insediato, hanno creato malumore nella popolazione, tanto che da settimane si registrano vaste manifestazioni di protesta contro l'esecutivo, puntualmente represse dalle forze di polizia.
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