Diametralmente opposti ma uniti dalla canonizzazione di Mama Antula
La visita del presidente argentino Javier Milei in Italia ha creato molto interesse. Tutti vogliono vederlo, conoscerlo, capirlo, non solo nel mondo dei media, ma anche in quello diplomatico e degli affari. Il presidente è stato presente alla canonizzazione della prima Santa argentina Mama Antula, ma fa visita al nostro paese anche per incontrare Papa Francesco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Nonostante la sua agenda sia molto stretta, si concede una visita turistica lampo con la sorella Karina al Colosseo. Incontra anche imprenditori, giornalisti e abbraccia e fa selfie con i ragazzi romani. Gli opinionisti argentini definiscono l’incontro tra Milei e Papa Francesco come storico, dopo le terribili offese che in campagna elettorale l'inquilino della Casa Rosada aveva rivolto al suo connazionale, definendolo come il “rappresentante del male sulla terra” e criticando la sua affinità con “comunisti assassini” come Fidel Castro e Nicolas Maduro. Offese alle quali la Santa Sede, ovviamente, non ha mai risposto. Nonostante gli anni di alta tensione l’Arcivescovo di Buenos Aires ha dichiarato che "il Pontefice è capace di perdonare" e "riconosce l'importanza delle relazioni istituzionali". Il clero argentino presente a Roma ha dato a Milei un “caloroso benvenuto”. Uno tra loro, Monsignor Jorge Ignacio Garcia Cuerva, ha detto che la visita istituzionale di Milei in Vaticano è preziosa: aiuterà a migliorare i rapporti con la Chiesa e con la conferenza episcopale. “Parliamo di un nuovo governo in carica da soli due mesi, quindi i rapporti sono cordiali, sono rapporti istituzionali, così penso che debbano essere e sicuramente possono essere rafforzati". Ci sono ancora punti discordanti che separano Milei dal Papa, soprattutto in termini politici. Il Papa difende la giustizia sociale e la solidarietà, mentre Milei sostiene che i veri benefattori ed eroi sociali siano gli uomini d'affari e che, il miglior sistema affinché possano esprimersi, sia il capitalismo. Durante la canonizzazione Papa Francesco ha fatto un riferimento “alla lebbra dell’anima”. Esorta a stare attenti a “paura, pregiudizio e falsa religiosità: ecco tre cause di una grande ingiustizia, tre lebbre dell’anima che fanno soffrire un debole, scartandolo come rifiuto – ricorda Francesco - Quanti sofferenti incontriamo sui marciapiedi delle nostre città!” Milei e Bergoglio si sono incrociati nel corso della campagna elettorale con messaggi di chiarimento, ma l'udienza di lunedì 12 febbraio nella Biblioteca del Palazzo Apostolico dovrebbe fungere da chiusura formale di una complessa lotta politica, che entrambi si sono già lasciati alle spalle. La canonizzazione della prima Santa argentina “Mama Antula” nella sagrestia della Basilica di San Pietro, ha reso possibile per la prima volta un incontro “faccia a faccia” che lascia intravedere la volontà di un dialogo tra i due capi di Stato, due argentini che hanno visioni diametralmente opposte. Milei ha espresso un elogio a papa Francesco definendolo “l’argentino più importante della storia”, cerca una benedizione, vuole creare ponti, cerca un’alleanza, consapevole che a casa, da solo, non può fare tanta strada. La delegazione ufficiale arrivata con Milei non ha ancora un ambasciatore presso la Santa Sede: è presente invece l'ambasciatore in Israele, fatto che sorprende il Vaticano e il segretario al Culto, Francisco Sánchez, che ha avuto opinioni forti nei confronti del Santo Padre. Al centro del dialogo di lunedì con Francesco, probabilmente l'attuale situazione politica ed economica dell’Argentina e l’invito formale per una visita nel Paese, evento atteso da milioni di argentini. In questo incontro, non ci sarà solo interesse e amore per la Patria. Negli ultimi anni Milei ha abbracciato la religione ebraica, ma nutre un profondo rispetto per la Chiesa cattolica, in un paese a forte tradizione cristiana, avendo studiato in una scuola cattolica di Buenos Aires. L’incontro tra i due Capi di Stato sarà un vertice molto atteso. Il Papa sembra aver già perdonato Milei, affermando che le parole in campagna elettorale vanno e vengono e ha annunciato che è pronto ad avviare un dialogo con il Libertario, come ha fatto con tutti. Ma spetta a questo presidente migliorare l’economia, ridurre la povertà e garantire che la società creda nuovamente nella democrazia.
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