La situazione nel Myanmar a tre anni dal golpe militare
Il Myanmar, ex Birmania, sta vivendo una delle crisi umanitarie più gravi al mondo. Dopo il colpo di stato del febbraio 2021, il Paese asiatico è in preda a una violenta repressione da parte dei militari. La popolazione si oppone alla giunta attraverso una resistenza sia non violenta che armata. La guerra civile si è estesa dalle città alle zone rurali, con varie forze militari che combattono contro l'esercito birmano noto per le sue atrocità. La situazione umanitaria è disastrosa, con milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria e soffrono di insicurezza alimentare. Gli sfollati interni e i profughi sono numerosi. I prigionieri politici sono oltre 20mila, mentre il numero delle vittime civili è difficile da stabilire. La giunta militare ha bloccato la transizione democratica e ha riportato il Paese sotto il suo controllo. Tuttavia, la resistenza si sta espandendo e coinvolge diverse etnie. Le forze etniche hanno aderito alla resistenza armata e stanno riconquistando importanti zone del Paese. La situazione di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, è ancora incerta. È rinchiusa a Naypyidaw e non si conoscono molti dettagli sulla sua detenzione. La resistenza democratica non si espone con nomi, ma il governo clandestino del National Unity Government rappresenta diverse etnie. La posta in gioco nel Myanmar è alta, con potenze straniere come la Cina, la Russia, l'Iran e l'India che appoggiano la giunta militare per motivi geopolitici ed economici. Le democrazie occidentali hanno imposto sanzioni, ma non in modo coordinato. La situazione geopolitica è complessa e il controllo del Myanmar è fondamentale per l'Asia. Invitiamo a commentare la notizia qui sotto e a condividerla con i vostri amici.
Non ci sono commenti