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Papa a Gesù: "Cure per tutti"

Centenario dell'ospedale pediatrico dedicato ai bambini

Esteri
16/03/2024

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Un grande applauso ha accolto Papa Francesco sulla sedia a rotelle ancora in convalescenza per il raffreddore, nella Sala Nervi per il centesimo anniversario della donazione dell'Ospedale “Bambino Gesù” alla Santa Sede da parte della famiglia Salviati che lo ha fondato nel 1869. Da quel momento l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il primo ospedale italiano completamente dedicato ai bambini, è diventato per tutti "l'Ospedale del Papa". Un punto di riferimento anche europeo. Al Bambino Gesù ogni anno si contano circa 95mila accessi al Pronto Soccorso, 30mila ricoveri, oltre 32mila interventi chirurgici e 2.500.000 prestazioni ambulatoriali. Più di mille i progetti di ricerca. “Sono contento di vedervi io un po' non mi sono ripreso e per questo non posso leggere bene il messaggio. Lo farà monsignor Ciampanelli per me. Grazie”, ha detto il Pontefice aprendo l'udienza dove è stato accolto da tremila fra medici, infermieri, ricercatori, personale, volontari ma soprattutto tanti bambini con i loro genitori. ''Guardando al vostro impegno, - ha detto il Papa - vorrei sottolineare e incoraggiare due linee d'azione importanti: lavorare tra gli ultimi e lavorare insieme''. Lavorare ''tra i poveri - ha aggiunto - condividendone il più possibile la vita, solo così, infatti, si sente 'il polso' dei bisogni reali dei fratelli e delle sorelle che il Signore mette sulla nostra strada''. "La scienza, e di conseguenza la capacità di cura, si può dire il primo dei compiti che caratterizza oggi l'Ospedale Bambino Gesù. Essa è la risposta concreta che date alle accorate richieste di aiuto di famiglie che domandano per i loro figli assistenza e, ove possibile, guarigione", ha aggiunto Bergoglio."L'eccellenza nella ricerca biomedica è dunque importante. Vi incoraggio a coltivarla con lo slancio di offrire il meglio di voi stessi e con un'attenzione speciale nei confronti dei più fragili, come i pazienti affetti da malattie gravi, rare o ultra-rare". Non solo, "ma perché la scienza e la competenza non restino privilegio di pochi, vi esorto a continuare a mettere i frutti della vostra ricerca a disposizione di tutti, specialmente là dove ce n'è più bisogno, come fate ad esempio contribuendo alla formazione di medici e infermieri africani, asiatici e mediorientali". A proposito di cura, "sappiamo che la malattia di un bambino coinvolge tutti i suoi familiari. Per questo, è una grande consolazione sapere che sono tante le famiglie seguite dai vostri servizi, accolte in strutture legate all'ospedale e accompagnate dalla vostra gentilezza e vicinanza. Questo è un elemento qualificante, che non va mai trascurato, anche se so che a volte lavorate in condizioni difficili. Piuttosto sacrifichiamo qualcos'altro, ma non la gentilezza e la tenerezza. Non c'è cura senza relazione, prossimità e tenerezza, a tutti i livelli", ha detto ancora il Papa. Al termine dell'udienza il Pontefice ha salutato, con grande tenerezza, oltre 200 bambini con i genitori, in cura all'Ospedale Pediatrico, seduti nelle prime file. Fra loro anche bambini stranieri provenienti dalle "periferie del mondo" in cui non avrebbero possibilità di cura odi assistenza e soprattutto da scenari di guerra che li hanno feriti e privati di casa e affetti: Ucraina e Gaza in primo luogo.