Resa dei conti in Brasile sull'8 gennaio di un anno fa, quando un tentato golpe mise a dura prova la tenuta democratica del Paese sudamericano. Luiz Inacio Lula da Silva ebbe la meglio sul rivale Jair Bolsonaro alle presidenziali. Ora, perquisizioni sono in corso nelle residenze e negli uffici dell'ex-presidente e dei suoi alleati. Gli investigatori sono a casa di Bolsonaro, ad Angra Dos Reis, intimandogli di consegnare il passaporto entro 24 ore. Il presidente fuggì in Florida per scampare a un mandato d'arresto e i suoi beni furono bloccati. L'operazione chiamata tempus veritatis è stata lanciata dalla polizia federale brasiliana nell'inchiesta sull'attacco ai palazzi istituzionali a Brasilia. Almeno 10mila persone assaltarono e saccheggiarono le sedi istituzionali guidati dai militari. Le autorità hanno spiccato almeno quattro mandati di arresto, tra cui l'ex consigliere speciale di Bolsonaro, Filipe Martins, e il colonnello dell'esercito Marcelo Câmara. Il presidente brasiliano Lula da Silva ha commentato l'operazione di polizia, affermando che il tentativo di colpo di stato non sarebbe successo senza Bolsonaro. Perquisizioni sono in corso anche nelle residenze e negli uffici dei generali Braga Netto, Augusto Heleno e Paulo Sèrgio Nogueira, dell'ex ministro della difesa Anderson Torres e del presidente del partito Liberale di Bolsonaro, Valdemar Costa Neto.
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