La polizia reprime le manifestazioni mentre l'opposizione rifiuta il rinvio delle elezioni
Domenica scorsa, la capitale del Senegal, Dakar, è stata teatro di scontri e proteste violente. La polizia ha arrestato diverse persone e ha sparato gas lacrimogeni contro i sostenitori dell'opposizione che si erano radunati per manifestare contro la decisione del presidente uscente Macky Sall di rinviare le elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio.
Le proteste sono scoppiate dopo che i principali esponenti dell'opposizione e i candidati alle elezioni hanno respinto l'annuncio del rinvio delle elezioni. Tra le persone arrestate durante le proteste c'erano l'ex primo ministro Aminata Touré e Anta Babacar Ngom, uno dei candidati alle elezioni presidenziali.
Il governo ha anche interrotto la trasmissione in diretta della protesta da parte del canale televisivo privato Walf. La decisione del presidente Sall di rinviare le elezioni ha messo in crisi una delle democrazie più stabili dell'Africa. Dal 1963, non era mai stato necessario rinviare un'elezione nel paese.
La situazione politica in Senegal è stata tesa negli ultimi tempi, con ripetuti tentativi di escludere il leader dell'opposizione Ousmane Sonko dal voto e la sua successiva incarcerazione per presunta diffamazione. Nel giustificare il rinvio delle elezioni, il presidente Sall ha citato irregolarità nella compilazione delle liste elettorali e la presunta doppia nazionalità di un candidato.
La decisione di rinviare le elezioni è stata presa in seguito alla richiesta del Partito Democratico Senegalese, che aveva chiesto il rinvio del voto dopo che il loro candidato, Karim Wade, non era stato ammesso. Wade aveva accusato due giudici di corruzione.
Questa situazione di tensione politica e sociale nel Senegal si verifica in un momento in cui l'Africa occidentale sta affrontando una serie di colpi di stato. Invitiamo i lettori a commentare la notizia qui sotto e a condividerla con i loro amici.
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