Il governo italiano si mobilita per la tutela della dignità di Ilaria Salis
Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto all'ambasciatore d'Italia in Ungheria, Manuel Jacoangeli, di verificare con le autorità ungheresi i fatti relativi alla comparsa a Budapest di un murales che ritrae Ilaria Salis, attivista milanese, impiccata. La scritta "Ila antifa" è inequivocabile e suona come una minaccia di morte per "Ilaria l'antifascista". L'ambasciatore effettuerà i passi necessari per confermare alle autorità ungheresi che il governo italiano sostiene la tutela della dignità e della sicurezza della signora Salis. La notizia è arrivata ieri, in serata, al culmine di una giornata tesa in Ungheria: a Budapest si è commemorato il Giorno dell'Onore, il raduno neonazista che un anno fa portò all'arresto di Salis, proibito tutti gli anni ma finora sempre tollerato dalle autorità. Stavolta la commemorazione ha dovuto spostarsi nei boschi. Fino al tardo pomeriggio, non venivano segnalati incidenti simili a quelli di cui è accusata l'insegnante 39enne, almeno stando ai media ungheresi. Media che hanno parlato di una manifestazione pacifica, in cui un centinaio di antifascisti sono stati tenuti sotto controllo, separati dai neonazisti, grazie alla sorveglianza di altrettanti agenti con cani-poliziotto e un drone. "Non molliamo, questa città è nostra" ha proclamato in ogni caso Bela Incze, il leader della formazione di estrema destra "Legio Hungaria", che ha organizzato la celebrazione, annunciando che i militanti in divise militari, bandiere e altri simboli neonazisti si sarebbero trasferiti nei boscosi dintorni di Budapest, per evitare lo scontro in strada con la polizia, mobilitata in forze nel centro della città. La commemorazione, che ogni anno attira estremisti da molti Paesi europei, rievoca un episodio verificatosi durante i cinquanta giorni dell'assedio (o "battaglia") di Budapest, quando le SS tenevano ancora in scacco la capitale ungherese, mentre l’Armata Rossa sovietica avanzava da est per liberare l’Europa orientale dal giogo del terzo Reich. L'11 febbraio 1945 truppe naziste, SS e accoliti ungheresi cercarono invano di forzare il blocco dell'Armata Rossa. Finì in un bagno di sangue, con 20mila morti, sfruttato dai nostalgici nazisti per la loro propaganda. Un'altra organizzazione neonazista, "Blood and Honour Hungaria", ha organizzato un concerto in un terreno privato, anche questo vietato dalla polizia.
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