La riforma, a firma Lega, dà alle Regioni nuovi margini di intervento in 23 ambiti, dalla salute all'istruzione, dall'ambiente alle infrastrutture
Arriva al Senato il disegno di legge sull'autonomia differenziata, noto come ddl Calderoli. Il provvedimento, collegato alla manovra, vuole dare attuazione al terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, che prevede forme e condizioni particolari di autonomia per le Regioni a statuto ordinario. La legge definisce le procedure legislative e amministrative per raggiungere un'intesa tra lo Stato e le Regioni interessate. Le materie coinvolte vanno dalla salute all'istruzione, dall'ambiente alle infrastrutture. Durante i passaggi in Commissione, è stato sottolineato il legame tra i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) e i diritti garantiti su tutto il territorio nazionale. Il disegno di legge prevede anche misure perequative per evitare squilibri economici tra le Regioni che aderiscono all'autonomia e quelle che non lo fanno. La procedura per l'intesa tra Stato e Regione dovrà durare almeno 5 mesi, con la possibilità di rinnovare o terminare l'intesa prima dei 10 anni previsti, con un preavviso di almeno 12 mesi. Le opposizioni criticano la riforma, accusando la maggioranza di spaccare l'Italia e ridurre la capacità dello Stato centrale di intervenire per equilibrare gli interventi tra le regioni più ricche e quelle più povere. L'ex presidente della Consulta Ugo De Siervo definisce la riforma parziale e impugnabile davanti alla Corte, sottolineando che amplia i poteri di alcune Regioni senza modificare le altre norme costituzionali esistenti. La riforma è vista come una modifica amministrativa che ha conseguenze sull'intera legislazione nazionale. Invitiamo a commentare la notizia qui sotto e a condividerla con i vostri amici.
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