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6 morti e 5 in terapia intensiva a Milano per Streptococco A.

Un nuovo studio rivela un'esplosione di casi gravi tra gli adulti

Salute
09/02/2024

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Lo streptococco A sta colpendo più che in passato. Lo scorso inverno la circolazione è iniziata in anticipo e questo ha contribuito a innescare una fortissima esplosione dei casi, anche gravi. Uno studio del Policlinico e dell'Humanitas di Milano ha scoperto due aspetti inediti del batterio circolato a Milano nei sei mesi a cavallo tra 2022 e 2023, con differenze rispetto alle ondate dei cinque anni precedenti al Covid-19.

Lo streptococco A ha colpito di più gli adulti e con forme molto più gravi che in passato. L'incremento maggiore è stato osservato proprio per le infezioni “invasive” che nel solo primo trimestre del 2023 sono arrivate a 34 casi, e cioè circa il triplo rispetto al numero medio costantemente osservato nello stesso periodo dell'anno prima della pandemia, che ha segnato un prima e dopo anche a causa delle limitazioni, che hanno abbassato l'immunità a virus e batteri nella popolazione.

Dei 28 casi per i quali i ricercatori dei due ospedali sono riusciti a ricostruire l'intero profilo genetico del batterio (per un approfondimento epidemiologico), 11 pazienti hanno avuto conseguenze che hanno messo a rischio la loro vita: 5 sono stati salvati, ma hanno avuto bisogno di un ricovero in terapia intensiva, 6 sono morti.

Si tratta di un batterio comunemente presente nella gola e sulla pelle che nella maggior parte dei casi scatena infezioni con sintomi di lieve entità. Una fra le più comuni è la faringite streptococcica, ma possono insorgere anche impetigine, otite media e scarlattina. Lo streptococco di gruppo A (GAS) è considerato la causa più comune di faringotonsillite batterica nei bambini in età scolare, ma può colpire anche bambini più piccoli.

La novità sta nel fatto che questa malattia abbia colpito i "grandi" rispetto ai ragazzi. I ricercatori hanno cercato di capire quali fossero i ceppi più pericolosi in circolazione provando a scoprire eventuali catene di trasmissione a Milano dove, lo scorso inverno, ne sono circolati diversi tipi. Dallo studio non sembrano esserci associazioni con particolari luoghi o gruppi sociali, suggerendo che il batterio si sia diffuso in modo più generalizzato nella comunità.

Fonte: (Pixabay