L'Istituto Superiore di Sanità segnala un aumento dei casi di morbillo nel 2023, con il 26% dei casi che ha riportato complicanze. L'incidenza più alta è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni. Il vaccino rimane l'arma principale per contrastare la malattia. Invitiamo a commentare e condividere la notizia.
Il morbillo rialza la testa in Italia e torna a preoccupare: nel 2023 in Italia il sistema di sorveglianza ha registrato un aumento di casi, “43 rispetto ai 15 del 2022". Lo sottolinea l'aggiornamento del bollettino morbillo-rosolia dell'Istituto superiore di sanità (Iss). Inoltre "Il 26% dei casi ha riportato una complicanza, quella più frequente è stata la diarrea, seguita dalla polmonite, dall’insufficienza respiratoria, dalla cheratocongiuntivite e dall’epatite o aumento delle transaminasi”, precisa il bollettino.
"L'aumento dei casi che si è registrato in Italia è più contenuto rispetto a quello di altri paesi europei su cui l'Oms ha recentemente lanciato un allarme, ma non va sottovalutato - commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell'Iss -. Il morbillo può essere potenzialmente molto pericoloso, specie per i più piccoli, come dimostrano proprio i dati Oms per l’Europa, che riportano 21mila ospedalizzazioni e 5 morti nel 2023. Il vaccino, che è sicuro ed efficace, rimane lo strumento principale a disposizione per contrastare questa malattia".
A livello regionale, l’incidenza più elevata è stata osservata in Campania. L’età mediana dei casi è 27 anni, ma l’incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni di età. Il 93% dei casi totali era non vaccinato".
Nel 2024 è iniziato con un trend non incoraggiante. "Nel solo mese di gennaio del 2024 ne sono stati segnalati 27, di cui 26 confermati in laboratorio, da sette Regioni". Lo stato vaccinale "è noto per 23 casi su 27 (85%), di cui 21 casi (91%) non erano vaccinati al momento del contagio e un caso era vaccinato con 1 dose", sottolinea il report.
Nel 2024 l'incidenza nazionale è stata pari a 0,5 casi per milione di abitanti. Oltre la metà dei casi è stata segnalata da tre Regioni (Lombardia, Toscana e Lazio). L’incidenza più elevata è stata riportata in Toscana (2,4 casi su milione), seguita dal Lazio e dalla Campania - prosegue il bollettino - Nove dei casi segnalati (33%) sono importati. L’età mediana dei casi segnalati è pari a 35 anni (range 1- 47 anni) e oltre la metà dei casi (6/11) ha un’età compresa tra 15 e 39 anni. È stato segnalato - evidenzia l'Iss - un caso in un bambino con meno di un anno di età (quindi non idoneo alla vaccinazione).
“Non è una malattia che va sottovalutata, è estremamente contagiosa per la sua diffusione per via aerea, un caso ne genera 16 molto più del primo Sars-CoV-2. L'unica arma è il vaccino perché non ci sono farmaci efficaci" avverte Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di Malattie infettive e tropicali. Una volta contratta l'infezione possono essere trattati solo i sintomi ma - ricorda il ministero della Salute sul proprio sito - circa il 30% di tutti i casi di morbillo presenta delle complicanze: l'otite, la diarrea severa con disidratazione, la polmonite e altre infezioni respiratorie, l'encefalite, e sequele come la cecità o anche la morte. "Il vaccino si fa al 13esimo mese di vita e poi il richiamo a 5-6 anni", ricorda Andreoni. "Ora chi sa di non averlo mai fatto, può farlo nella propria Asl e chi non ha avuto il richiamo può comunque farlo", conclude.
"In Italia il morbillo non è una emergenza come sta accadendo in altri Paesi, dall'Asia al Sud America. Ma vacciniamo sicuramente i bambini, e anche gli adulti che sanno di non essere immunizzato può vaccinarsi. Il messaggio deve essere che non va abbassata la guardia su questa malattia, che può essere molto seria. Non dimentichiamo che è un virus super contagioso" spiega l'epidemiologo del Campus Biomendico Massimo Ciccozzi.
"Da dicembre è in atto una ripresa sensibile dei casi di morbillo tra gli adulti ma va detto anche che le misure di prevenzione che si stanno adottando nelle strutture di cura e ospedaliere per fronteggiare il Covid, ossia l'uso delle mascherine e la frequente igiene delle mani, stanno impedendo i cosiddetti “casi secondari”, quelli che si verificano in primis tra i sanitari e gli altri utenti che vengono in contatto con il malato". La vaccinazione è consigliata "a tutti coloro che non lo hanno fatto o non hanno sviluppato gli anticorpi, e che lavorano in ambienti sanitari". A sottolinearlo è Emanuele Nicastri, direttore dell'unità di Malattie infettive ad alta intensità di cura dell'ospedale Spallanzani di Roma, commentando la circolare emanata dalla Regione Lazio per rinnovare agli operatori sanitari le raccomandazioni di prevenzione e controllo. Soprattutto l'invito alla vaccinazione rispetto a una delle malattie più contagiose.
L'Istituto Superiore di Sanità ha segnalato che il 93% delle persone contagiate dal morbillo in Italia è non vaccinato. L'incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni.
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