Gravina propone l'utilizzo della tecnologia per individuare i responsabili degli atti discriminatori
Dopo gli insulti rivolti al portiere Mike Maignan durante la partita Udinese-Milan del 20 gennaio, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha proposto l'utilizzo del riconoscimento facciale e della tecnologia per combattere il razzismo negli stadi. Durante un incontro al Viminale con il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e il presidente della Lega di Serie A, Lorenzo Casini, sono state delineate alcune idee e riflessioni per migliorare le infrastrutture e rendere più efficaci le norme attuali. Gravina ha sottolineato che l'uso della tecnologia può garantire l'individuazione dei responsabili di atti discriminatori o violenti, rappresentando già un buon risultato. Inoltre, è stato deciso di creare un gruppo di lavoro composto dai ministeri, dalla Figc e dalle Leghe per valutare la tracciabilità nei documenti personali dei soggetti che hanno ricevuto un Daspo e per associare questa misura a forme di recupero sociale. È necessario anche intervenire sulle infrastrutture degli stadi, portandoli al livello di quello di Udine, che ha permesso di identificare tempestivamente i colpevoli. Gravina ha ribadito che le norme attuali sono le più severe a livello internazionale e si è opposto all'idea di inasprire il Daspo, preferendo un processo di recupero e riabilitazione. Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, aveva proposto la sconfitta a tavolino, ma Gravina ha dichiarato che questo principio è già previsto dalle norme attuali, anche se la sua applicazione può essere complicata.
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