Opifici cinesi e manodopera in nero: l'inchiesta svela il lato oscuro dell'alta moda
L'azienda di alta moda Alviero Martini, specializzata nella produzione di borse ed accessori, è stata commissariata a seguito di un'inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dal pm Paolo Storari. Secondo le indagini, l'azienda avrebbe massimizzato i profitti utilizzando opifici cinesi e sfruttando manodopera 'in nero' e clandestina. Gli opifici, gestiti da cittadini cinesi nelle province di Milano, Monza e Brianza e Pavia, avrebbero prodotto borse ed accessori per conto di Alviero Martini, violando le norme relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e non rispettando i Contratti Collettivi Nazionali Lavoro. Durante i controlli sono stati identificati 197 lavoratori, di cui 37 occupati in nero e clandestini, che percepivano paghe al di sotto della soglia di povertà. Le condizioni di lavoro erano caratterizzate da orari non conformi, ambienti insalubri e violazioni gravi in materia di sicurezza. Gli operai cinesi dormivano nei dormitori abusivi degli opifici e venivano pagati cifre irrisorie per la produzione. L'inchiesta ha rivelato che per un prodotto venduto a 350 euro, l'opificio cinese si faceva pagare solo 20 euro, mentre l'azienda di moda pagava il prodotto finale 50 euro. L'azienda Alviero Martini è stata posta sotto amministrazione giudiziaria dai giudici Roia-Rispoli-Cucciniello. Commenta la notizia qui sotto e condividila con i tuoi amici.
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