Nuovi sviluppi nell'inchiesta sulla influencer e imprenditrice
La bufera che ha travolto Chiara Ferragni continua a crescere. Dopo la multa milionaria per pratica commerciale scorretta e l'iscrizione nel registro degli indagati per un'operazione di beneficenza, ora l'influencer deve affrontare l'accusa di truffa anche per le uova di Pasqua con il suo marchio per Dolci Preziosi e per una bambola in collaborazione con Trudi. La procura di Milano ha sollevato questioni sulla competenza territoriale dei singoli episodi contestati a Ferragni, sostenendo che ci sia una continuità tra le presunte truffe e che quindi l'intero fascicolo debba restare a Milano. La guardia di Finanza sta indagando anche sugli amministratori delle aziende che avevano contratti con Ferragni come testimonial. Si attende la pronuncia del Procuratore generale della Cassazione. L'inchiesta è iniziata a seguito di una campagna promozionale natalizia per sostenere la ricerca sull'osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing. L'Autorità ha contestato alle società Fenice e TBS Crew, che gestiscono i marchi di Ferragni, di aver pubblicizzato un pandoro lasciando intendere che l'acquisto avrebbe contribuito a una donazione all'ospedale Regina Margherita di Torino, quando in realtà la donazione era già stata fatta dalla Balocco. L'inchiesta è stata aperta dopo un esposto per truffa depositato da Codacons e Assourt. Questi nuovi sviluppi mettono in discussione anche altre sponsorizzazioni legate a iniziative benefiche.
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