L'inchiesta su Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli: nel 2022 aiutarono Massimiliano, malato di sclerosi multipla, ad andare in Svizzera dove morì col suicidio assistito
Una nuova eccezione di legittimità costituzionale è stata sollevata per l'aiuto al suicidio. L'associazione Coscioni ha evidenziato che l'articolo 580 del codice penale richiede che la non punibilità di chi agevola il suicidio sia subordinata alla condizione di essere "tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale", in contrasto con gli articoli 2, 3, 13, 32, 117 della Costituzione. Il gip di Firenze ha rimesso la questione alla Consulta nell'ambito dell'inchiesta su Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli. Nel 2022, queste persone hanno aiutato Massimiliano, un malato di sclerosi multipla, a recarsi in Svizzera dove ha scelto di morire con il suicidio assistito. Massimiliano, 44enne di San Vincenzo (Livorno), ha perso la vita l'8 dicembre di due anni fa in una clinica vicino a Zurigo. La Consulta ha stabilito che il suicidio assistito è legale quando la persona malata ha una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e viene tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Maltese, attivista della campagna Eutanasia Legale, e la giornalista Lalli hanno accompagnato il 44enne in Svizzera. Successivamente, si sono autodenunciate ai carabinieri di Firenze insieme a Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Coscioni e legale rappresentante dell'Associazione Soccorso civile che aveva organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano. La procura fiorentina ha chiesto l'archiviazione dell'accusa, sostenendo che l'aiuto fornito non era penalmente rilevante e che il caso non rientrava nelle condizioni previste dalla Consulta. Tuttavia, la procura ha anche sollevato la questione di costituzionalità del requisito del sostegno vitale per presunta violazione degli articoli 3, 13 e 32 della Costituzione. L'udienza per la richiesta di archiviazione si è tenuta il 23 novembre e la gip Agnese De Girolamo ha emesso la sua ordinanza il 17 gennaio. La gip ha respinto la richiesta di archiviazione, affermando che sussistono tutti gli elementi costitutivi del reato, ma ha anche dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, rimettendola alla Consulta. Commenta la notizia qui sotto e condividila con i tuoi amici.
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