Attiva audio

Delitti familiari: sangue nelle forze dell'ordine

Quando vengono coinvolti anche i parenti: le vittime "collaterali" dei delitti

Cronaca
14/02/2024

Commenti 0

Non ci sono commenti. Clicca qui per scrivere qualcosa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lista commenti

Non ci sono commenti

La pistola d'ordinanza, un'arma che dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini, diventa invece strumento di morte nelle mani di alcuni esponenti delle forze dell'ordine. Non è un caso isolato, ma un fenomeno che si ripete nel tempo. Nel 2018, a Cisterna di Latina, un appuntato dei Carabinieri sparò alla moglie da cui si stava separando, ferendola gravemente, e uccise le sue due figlie prima di suicidarsi. Un altro episodio simile si è verificato lo scorso giugno a Roma, quando una poliziotta è stata uccisa a colpi di pistola da un suo collega, che poi si è tolto la vita. Nel Casertano, un maresciallo della finanza ha ucciso la moglie e la cognata prima di suicidarsi, mentre in Basilicata una guardia giurata ha sparato alla moglie, uccidendola a pochi metri dalla scuola elementare del loro figlio. Questi delitti spesso si concludono con un suicidio e coinvolgono anche parenti stretti delle vittime, oltre ai figli. È un fenomeno tragico e preoccupante che richiede una riflessione approfondita sulla gestione delle armi da parte delle forze dell'ordine.

Fonte: (Ansa)