Il presidente decreta la "guerra ai narcos" e evacua il Parlamento e gli uffici pubblici
L'Ecuador è sconvolto da una violenta ondata di violenza dopo la fuga di Adolfo Macias, il boss del narcotraffico, da un carcere di massima sicurezza a Guayaquil. Il presidente Daniel Noboa ha dichiarato lo stato di emergenza per 60 giorni e ha ordinato l'evacuazione immediata del Parlamento e di tutti gli uffici pubblici della capitale Quito. Questa è la sua prima grande crisi di sicurezza da quando è entrato in carica meno di due mesi fa. L'Assemblea nazionale ha espresso il suo sostegno alle forze armate e di polizia del Paese nella lotta contro le bande armate di narcotrafficanti che stanno devastando il piccolo Stato sudamericano. In diverse zone di Guayaquil si sono verificati saccheggi, rapine e sparatorie. Cinque ospedali sono stati attaccati e un gruppo armato ha fatto irruzione in un magazzino di pezzi di ricambio, uccidendo tre persone. Il bilancio delle vittime è salito a 10, tra cui due agenti delle forze dell'ordine. Inoltre, tre persone sono rimaste ferite in diversi attacchi armati. Gli studi del canale televisivo pubblico TC Televisiòn sono stati occupati da un gruppo armato durante il telegiornale di metà pomeriggio, causando paura e minacce per almeno 15 minuti. Gli ostaggi sono stati poi liberati dalla polizia. La fuga di Macias ha scatenato rivolte in almeno sei carceri, con la presa di guardie in ostaggio. Il presidente ha elencato la presenza di 22 gruppi del crimine organizzato transnazionale nel Paese e ha ordinato alle forze dell'ordine di identificarli e neutralizzarli. Il Dipartimento di Stato americano è "estremamente preoccupato" per la violenza in Ecuador e rimarrà in contatto con il presidente Noboa. L'Italia e la Francia stanno monitorando la situazione e invitano i loro cittadini a prendere precauzioni. L'Ecuador, un tempo pacifico, è ora afflitto da una crescente ondata di violenza, con migliaia di morti per cause violente solo l'anno scorso. Le bande di trafficanti hanno reclutato anche bambini e le carceri sono diventate centri di comando per potenti trafficanti. La criminalità organizzata ha stretto accordi con i cartelli internazionali più potenti. La coltivazione di cocaina è aumentata del 35% tra il 2020 e il 2021, secondo il Rapporto globale sulla cocaina delle Nazioni Unite.
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