La canzone che ha scosso l'Iran e la storia di Mahsa Amini
Condannato a tre anni e otto mesi di carcere per "propaganda contro il sistema e incitamento alla rivolta". È la sentenza appena formulata a carico di Shervin Hajipour, cantante divenuto celebre per la canzone "Baraye", diventata inno della resistenza civile dopo la scomparsa di Mahsa Amini, la giovane studentessa morta per un velo messo male, divenuta martire ed eroina del cambiamento sociale. La condanna arriva nel giorno in cui 61 milioni di iraniani sono chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento e dell'Assemblea degli Esperti, nel malcontento generale di buona parte della popolazione che minaccia di disertare le urne con un astensionismo dato al 70%. Il brano "Baraye", arrivato ai Grammy e su Spotify, raccoglie le voci della rivolta cominciata col rifiuto del velo obbligatorio islamico, diventando colonna sonora di migliaia di post sui social. Il movimento Donna Vita Libertà ha condotto una protesta anti-governativa senza precedenti nella Repubblica islamica a guida sciita, causando la morte di quasi 600 persone e l'arresto di 20mila. L'artista ha condiviso la sentenza sul suo profilo Instagram. La condanna è stata annunciata mentre la Guida suprema Ali Khamenei lanciava l'appello a recarsi alle urne per il bene della patria.
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