Le immagini virali al Supernova Festival: "Non uccidetemi"
La musica, la festa, poi i razzi, le sirene, gli spari. Alle 6.30 di mattina del 7 ottobre scorso, Hamas colpì nel deserto, vicino al Kibbutz Re'im, nei pressi della Striscia di Gaza, dove migliaia di giovani stavano festeggiando il Sukkot. Molti video postati sui social raccontarono quei momenti drammatici. Tra i tanti uno in particolare fu eletto a simbolo della tragedia avvenuta. Era quello di una ragazza, poi identificata in Noa Argamani, rapita e portata via in moto. Nelle immagini si vede chiaramente il suo volto stravolto dalla paura, mentre viene allontanata dal compagno Avinatan con cui si trovava presso il confine della striscia di Gaza per partecipare al Nova festival. Più tardi da Gaza viene fatto circolare un secondo video in cui si vede brevemente Noa seduta su una specie di basso sofà mentre beve dell'acqua, ma non vengono fornite informazioni precise della ragazza. Il video diventa virale, la famiglia la riconosce e fa circolare le foto della ragazza sul web chiedendo a tutti di diffonderle, nel disperato tentativo di cercare informazioni. Sotto gli scatti la scritta: "Potrebbe essere tua figlia o tua sorella". Noa era poi ricomparsa il 14 gennaio in un video pubblicato da Hamas in cui appariva insieme agli ostaggi Yossi Sharabi e Itai Svirsky. In un primo spezzone i 3 chiedevano al governo israeliano di riportarli a casa, mentre un secondo filmato aveva solo Noa come protagonista. La giovane raccontava che i due ostaggi che si trovavano con lei erano stati uccisi in attacchi dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. La sua voce è stata nuovamente registrata in un video, datato 31 maggio, che la famiglia ha però chiesto di non divulgare. Oggi sotto la foto di Noa, esposta in piazza degli ostaggi a Tel Aviv c'è scritto Libera. La studentessa, appassionata di joga, arte ed escursioni, 26 anni compiuti sotto sequestro, è tornata a casa. Insieme a lei ci sono Andrey Kozlov, cittadino russo di 27 anni, immigrato in Israele da appena un anno e mezzo senza la sua famiglia, che lavorava alla security del rave; il giovane Almog Meir Jan, ventiduenne di Or Yehuda che doveva cominciare a lavorare in un'importante società di high-tech proprio l'8 ottobre, il giorno dopo il massacro, e Shlomi Ziv, 41 anni, che come Andrey lavorava alla sicurezza del Nova Festival. Ha chiesto di vedere Yanai e Aviv Eliyahu, due fratelli che erano con lui al rave: il primo è sopravvissuto, il secondo è stato ucciso dai terroristi. "Ne parliamo dopo", gli ha risposto la moglie. Ora è il momento della gioia. La gioia del padre di Noa è incontenibile. Il giorno dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre al festival commosse il mondo con le sue lacrime mentre diceva: “Non sono riuscito a proteggerla”. Al momento dell'annuncio della liberazione della ragazza ha pianto lacrime di gioia e con lui il conduttore televisivo che ha dato la notizia. Poi è arrivato il momento dell'incontro tra Noa e i familiari dopo 246 giorni nelle mani di Hamas. La ragazza, di origine cinese, studentessa all'università Ben Gurion del Negev, guarda il padre negli occhi prima di abbandonarsi sulla sua spalla sicura, poi le foto di rito che li ritraggono entrambi sorridenti. Noa con il padre si è subito recata a salutare la madre Liora gravemente malata di cancro. Aveva commosso il mondo lanciando un disperato appello, rivolto anche al presidente degli Stati Uniti Biden, per poter riabbracciare la figlia prima di morire. La giovane ha ricevuto per prima la telefonata di Benyamin Netanyahu e del presidente Isaac Herzog. "Neppure per un minuto abbiamo smesso di pensare a te e non ci siamo mai arresi", le ha detto il premier. Sarebbe stato impossibile, del resto, dimenticare l'urlo disperato di Noa, "non uccidetemi!", mentre i terroristi la portavano via dal Nova Festival a bordo di una moto. A Netanyahu lei ha confidato nell'immediato: "Sono molto emozionata, non parlo ebraico da così tanto tempo...". "Ti abbraccio a nome dell'intera nazione di Israele", le ha detto Herzog. Per Noa non è ancora il tempo di smettere di lottare: il suo fidanzato Avinatan Or, rapito insieme a lei, è ancora prigioniero di Hamas. Il momento in cui gli ostaggi liberati salgono sull'elicottero Questo video girato dall'esercito israeliano mostra i quattro giovani liberati dall'Idf salire sul velivolo che li porterà all'ospedale per accertamenti. Netanyahu incontra gli ostaggi in ospedale Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di aver approvato l’operazione per la liberazione dei quattro ostaggi nella Striscia di Gaza “senza esitazione”. Lo ha detto incontrando uno di loro, Andrey Kozlov, allo Sheba Medical Center di Tel Aviv. “E voglio ripetere e chiarire che riporteremo a casa tutti”, ha assicurato Netanyahu, aggiungendo che sta lavorando a più operazioni per liberare gli altri ostaggi.
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