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Pace e giustizia per tutti.

Cardinale Filoni: la situazione in Medio Oriente e il ruolo dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Esteri
22/03/2024

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La situazione in Medio Oriente sta rischiando il collasso a causa dell’attuale conflitto israelo-palestinese tra Hamas e la estrema destra israeliana, che non vede attualmente uno sbocco per la pace. Nella terra dove è nato Gesù le azioni violente da una parte o dall'altra provocano situazioni conflittuali che poi diventano bombe a orologeria. Un territorio che appartiene a ebrei, mussulmani e cristiani. Ma lo scenario complesso della regione è caratterizzato dall’instabilità e da numerosi conflitti geopolitici, undici per la precisione, in cui si verificano scontri che coinvolgono eserciti regolari, gruppi terroristici, milizie armate e l’intervento di stati terzi. Gli esperti affermano che, nonostante tutto, raggiungere la pace sia possibile nella misura in cui vengano riconosciuti i diritti di tutti e non commettendo ingiustizie.

Per comprendere meglio il ruolo, la posizione diplomatica, la chiave di lettura della Santa Sede riguardo i conflitti sparsi per il mondo, è fondamentale capire che la diplomazia vaticana si muove sulla base della ricerca di una pace giusta e di una situazione che preservi l'essere umano e la sua dignità. Cioè una diplomazia degli Stati che è al servizio degli Stati, dei loro confini, dei loro interessi; la diplomazia della Santa Sede, prima di tutto, è al servizio dell'uomo. Abbiamo incontrato il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

L'Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme esiste dal 1848, dal tempo in cui il Papa Pio IX ricostruì il Patriarcato latino di Gerusalemme e affidò all'Ordine di sostenere l'attività del Patriarcato stesso. Questo avviene con la partecipazione di circa 30.000 Cavalieri e Dame di tutto il mondo. È un bel segno di universalità nell’attenzione verso la Chiesa Madre di Gerusalemme. L’Ordine sostiene circa 44 scuole e l'Università di Betlemme. Poi ci sono delle opere sociali per gli anziani, i bambini in difficoltà e l'opera pastorale, soprattutto la formazione dei sacerdoti. Noi ci occupiamo dell'ambito sociale e pastorale, mentre tutto ciò che riguarda la custodia dei Luoghi Sacri non rientra nell'attività dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro. I francescani da secoli compiono questo servizio veramente meritorio.

Abbiamo concordato con il Patriarcato latino di Gerusalemme che tutti i progetti che riguardano sostanzialmente la revisione e la costruzione di edifici non primari vengano messi in seconda linea, privilegiando le attività umanitarie della Terra Santa. Noi non facciamo questo direttamente, in quanto non siamo un'organizzazione non governativa o governativa, non interveniamo di persona, ma lo facciamo attraverso il Patriarcato Latino, che ha un suo ufficio e come tale si occupa e privilegia tutti quegli aspetti umanitari che ben conosce, non solo a Gaza, ma anche in tutta la Terra Santa, nella Palestina.

La Giordania è stata sempre una realtà molto moderata. Di fatto la Giordania mantiene con Israele le proprie relazioni diplomatiche ma, al tempo stesso, aiuta la Palestina in quanto tanti suoi cittadini sono palestinesi. Però dobbiamo anche dire che la Giordania fa arrivare nella striscia di Gaza vari aiuti, giacché il Regno di Giordania vi gestisce un ospedale. Questo permette al Governo giordano di inviare il proprio sostegno. La Giordania, in questo momento soffre anche per i pellegrinaggi e il turismo in gran parte venuti meno. Dal tempo di Giovanni Paolo II e poi con le visite di Benedetto XVI e Francesco, la Giordania mantiene ottimi rapporti con la Santa Sede e le comunità cristiane che ivi vivono. Senza dimenticare che il Re di Giordania è protettore dei Luoghi Sacri in Gerusalemme.

No, non ci sono persecuzioni. A volte ci possono essere casi di intolleranza o casi di contenzioso, ma certamente non ci sono persecuzioni. La maggiore difficoltà è nella presenza stabile dei cristiani in Terra Santa. Agli inizi del 1900, con la disintegrazione dell’impero Ottomano e le persecuzioni nel Medio Oriente, i Cristiani sono assai diminuiti. In Israele, tuttavia, in questi ultimi tempi si è registrato un piccolo aumento di ebrei-cristiani che provengono dai paesi dell’Est Europeo. Alcuni hanno qualche difficoltà di inserimento in quanto cristiani ma non c’è persecuzione.

A mio parere bisogna entrare in modo nuovo nel considerare il contenzioso tra Israele e Palestina. Non si può guardare solo al passato, ma si deve guardare soprattutto al futuro. Il futuro significa il diritto di Israele di vivere e esistere in pace. Altrettanto, il diritto della Palestina di esistere e di vivere in pace. Se manca questa volontà, prima di tutto reciproca e poi sostenuta da tutti gli altri Governi, se manca anche questo sostegno, sarà sempre difficile. Noi dovremmo contribuire a porre fine all'ostilità, ma pensando alla giustizia, alla verità e ai diritti di questi popoli.

Se noi guardiamo agli oltre 70 anni di difficile convivenza dei popoli che abitano la Terra Santa, emerge un problema fondamentale che è la mancanza di giustizia. Non ci si può accaparrare le terre, né si può avere un diritto preminente sugli altri senza rispettare anche il diritto altrui. La questione è che queste disuguaglianze, queste violenze, non debbano generare nuove ingiustizie; pensiamo all'occupazione illegale delle terre in Palestina o anche a tutto ciò che rende difficile e discrimina la vita di coloro che in Israele o in Palestina si trovano in questa situazione.

Sì, è possibile raggiungere la pace ma bisogna volerla. C'è la volontà delle due parti? Senza di essa non si può raggiungere la pace. Ma al tempo stesso questa volontà, una volta raggiunta, deve essere sostenuta generosamente da parte di tutti. Se questa volontà manca, anche la diplomazia più venerabile si rivelerà impotente. Rimaniamo sul principio che la pace è possibile se fatta nella giustizia e nel riconoscimento dei diritti di tutti, di tutti.

Fonte: Cortesia - Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme