La più grande protesta dall'inizio della guerra in Ucraina, scatenata dalla condanna di un attivista ambientalista e contrario all'invasione
La polizia antisommossa ha sparato gas lacrimogeni e usato i manganelli contro circa tremila manifestanti che si erano radunati davanti al Tribunale di Baymak, nella repubblica russa del Bashkortostan o Baschiria, a seguito della sentenza di condanna a quattro anni di colonia penale per “incitamento all'odio etnico” pronunciata a carico di Fail Alsynov, un attivista che si batte contro l'estrazione dell'oro nella regione degli Urali, sostiene la protezione della lingua baschira e ha criticato pubblicamente l'offensiva su larga scala di Mosca in Ucraina. Video come questo mostrano persone che gridano "Gas!" e si allontanano. Un filmato mostra una fila di poliziotti che si scaglia con i manganelli contro la folla. In un altro, una donna chiedeva alla polizia di smettere di picchiare una persona stesa a terra. I manifestanti avrebbero risposto solo lanciando alla polizia innocue palle di neve. Ci sarebbe un numero imprecisato di persone arrestate, rischiano fino a 15 anni di reclusione per il reato di “rivolta di massa”. Le grandi proteste in Russia sono estremamente rare a causa del rischio di arresto per qualsiasi raduno che le autorità considerano non autorizzato. Secondo media indipendenti russi sono "le più massicce proteste nel paese dall'inizio della guerra all'Ucraina". Alsynov è stato accusato di aver insultato i lavoratori immigrati in un discorso pronunciato nell'aprile 2023 in occasione di una protesta per i piani di estrazione dell'oro nel Bashkortostan, che si trova negli Urali meridionali della Russia, vicino al confine tra Europa e Asia. Un accusa che Alsynov rigetta parlando di un errore di traduzione dalla lingua Baschira, per i sostenitori il processo è stata una vendetta per le proteste di anni fa contro una miniera di soda. "Un enorme grazie a tutti coloro che sono venuti a sostenermi. Non lo dimenticherò mai. Non ammetto la mia colpa. Ho sempre lottato per la giustizia, per il mio popolo, per la mia Repubblica", ha dichiarato Alsynov al media online RusNews dopo il verdetto.
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