Starmer accoglie la politica europea.

Il Regno Unito sarà un amico e un partner, pronto a lavorare con voi, non parte dell'Unione europea, ma molto parte dell'Europa. Con queste parole il premier britannico Keir Starmer ha lanciato un nuovo inizio nelle relazioni post Brexit con il continente, durante il quarto incontro della Comunità politica europea. Questo forum tra paesi Ue e non-Ue, voluto da Macron nel 2022, si è tenuto all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina. Le istituzioni e gli stati membri Ue accolgono favorevolmente questa ridefinizione dei rapporti con l'Europa auspicata dal capo di governo laburista, ma attendono di conoscere i dettagli delle proposte del nuovo esecutivo britannico. L'obiettivo è negoziare un patto di sicurezza che copra settori come l'energia, le catene di approvvigionamento, le pandemie e la migrazione. Starmer ha accolto oltre quaranta capi di Stato e di governo nell'Oxfordshire, a Blenheim Palace, luogo di nascita di Winston Churchill. Tra i partecipanti, il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il primo ministro polacco Donald Tusk e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Durante il vertice è stato anche possibile un incontro bilaterale tra Starmer e Meloni, che hanno discusso di collaborazione nelle principali aree di crisi e in ambito migratorio. Il premier britannico ha assicurato che il Regno Unito non si ritirerà mai dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e intende collaborare più strettamente con Europol contro il traffico di esseri umani. Il focus è stato anche sull'Ucraina, con Starmer che ha confermato il sostegno del Regno Unito al paese. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito che Viktor Orban rappresenta solo il suo Paese e non l'Unione Europea. Il vertice ha evidenziato la necessità per l'Europa di proteggere la propria sicurezza e di dimostrare di essere in grado di farlo. I politici e i funzionari presenti hanno sottolineato l'importanza che i Paesi europei stiano sulle proprie gambe più che mai.