Attacchi e scontri al confine sud-orientale dell'Iran
Alta tensione tra Pakistan e Iran dopo gli attacchi incorciati che negli ultimi giorni hanno scosso la regione al confine sud-orientale dell'Iran, ora al centro di un'escalation senza precedenti dopo annosi dissidi interni. Si tratta della regione iraniana del Sistan Baluchistan confinante con Pakistan e Afghanistan, area a maggioranza sunnita. I due paesi da anni si accusano a vicenda di ospitare gruppi di separatisti baluci lungo i 1000 km di frontiera comune, in pochi giorni tornati teatro di sanguinosi attacchi. Tutto è cominciato nella vicina Kerman poco più a nord della regione "separatista". Durante la commemorazione in onore del generale Soleimani, due esplosioni kamikaze hanno fatto oltre 80 morti. Non accadeva dal gennaio 2020, da quell'agguato, avvenuto per mano americana, che uccise il più grande stratega militare pasdaran, che la Repubblica islamica dell'Iran, venisse attaccata così pesantemente. L'attacco è stato rivendicato dall'Isis. Martedì l'Iran sciita ha colpito con missili il "gruppo terrorista" Jaish al-Adl (Esercito della Giustizia) alimentando il pericolo di un'escalation che sembra inevitabile. Islamabad ha poi colpito intorno alla città di Seravan vicinissima al confine pakistano, giustificando l'attacco aereo contro quelli che ha definito "basi terroristiche" all'interno dell'Iran. Morti 4 bambini e 3 donne. Le autorità iraniane hanno definito l'attacco "sproporzionato e inaccettabile": Teheran ha peraltro ribadito l'impegno verso una politica di "buon vicinato" nei confronti del Pakistan, invitando Islamabad a rispettare i propri "obblighi" per quanto riguarda la presenza di gruppi armati sul proprio territorio. Il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato a margine del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, che nessuno dei cittadini del paese amico e fraterno del Pakistan è stato preso di mira da missili e droni iraniani. E che la lotta al terrorismo è una delle più importanti fonti di preoccupazione per entrambi i paesi. E mentre il Pakistan - tra i nove Paesi al mondo a detenere l'arma nucleare - convoca un consiglio di sicurezza nazionale, Teheran tramite un portavoce dell'esercito ha annunciato di aver effettuato un' imponente esercitazione di difesa aerea con l'utilizzo di droni. Vi hanno partecipato, oltre alle forze aeree e marine dei Pasdaran, anche l'aeronautica e la marina dell'esercito. L'obiettivo è quello di intercettare "obiettivi ostili" in un'area di 180 mila kilometri quadrati che si estende dalle coste sud-occidentali a quelle sud-orientali della Repubblica islamica. Un'area che va da Abadan, nella provincia sudoccidentale del Khuzestan, a Chahbahar, nella provincia sudorientale del Sistan e Balucistan, appunto. Il Pakistan ha richiamato il suo ambasciatore in Iran per ottenere spiegazioni. Teheran ha quindi convocato l'incaricato d'affari pachistano. Reuters fa sapere che il primo ministro ad interim pachistano Anwaar-ul-haq Kakar, tornato in fretta e furia da Davos, ha convocato un incontro con i vertici civili e militari sulla sicurezza nazionale. Proteste sono in corso a Islamabad contro gli attacchi iraniani. Il ministro degli esteri ha assicurato che non c'è nessun interesse o desiderio per un'escalation militare con l'Iran. La tensione al confine dell'area preoccupa molto gli attori internazionali già coinvolti nel più ampio conflitto mediorientale in corso nella Striscia di Gaza. L'attuale tensione col Pakistan si aggiunge al timore generale di un'escalation anche nella guerra tra Hamas e Israele, con l'Iran che, attraverso gli Houthi in Yemen e Hezbollah in Libano, continua a mandare segnali bellicosi a Usa e Israele, paesi che da sempre considera nemico numero uno. Gli Stati Uniti "non vogliono un'escalation tra Pakistan e Iran", ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. Per Biden gli attacchi pachistani contro l'Iran dimostrano che il regime degli ayatollah non è "molto amato" nella regione. Cosa che si era vista anche durante le proteste per Mahsa Amini. Pechino si è detta "disponibile a svolgere un ruolo costruttivo" e l'Unione Europea e Ankara invitano alla moderazione. Secondo il portavoce del Cremlino Peskov, le tensioni tra Iran e Pakistan sono il risultato "in parte" del conflitto in corso a Gaza che ha detto di "monitorare da vicino la situazione".
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