La Corte d'appello federale di Washington respinge l'immunità di Trump per l'assalto a Capitol Hill
Donald Trump non è immune a procedimenti giudiziari per presunti crimini commessi durante la sua presidenza, per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020, compreso l'assalto a Capitol Hill. Lo ha stabilito la Corte d'appello federale di Washington. Secondo la Corte d'Appello federale di Washington, qualsiasi immunità possa aver protetto Trump come presidente non lo protegge più ora nel procedimento del procuratore speciale Jack Smith per i suoi tentativi di sovvertire le elezioni del 2020. Il tycoon ha solo "tutti i mezzi di difesa di qualsiasi altro imputato" in un processo penale. È più che probabile che Trump ricorra ora alla Corte Suprema, con l'obiettivo minimo di ritardare ulteriormente l'inizio del dibattimento, che era stato fissato per il 4 marzo ma che è già stato aggiornato a data da destinarsi. Giovedì la Corte Suprema esaminerà anche il ricorso dell'ex presidente contro l'esclusione dalla candidatura in colorado in base al 14/mo emendamento, che vieta le cariche pubbliche a funzionari coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la costituzione su cui hanno giurato: la decisione sulla sua eleggibilità farà da precedente anche per tutte le altre cause pendenti in vari stati. La sentenza, riporta Cnn, rappresenta un duro colpo per la difesa di Trump nel caso di sovversione elettorale federale intentato contro di lui dal procuratore speciale Jack Smith. L'ex presidente aveva sostenuto che la condotta che Smith gli imputava faceva parte dei suoi doveri ufficiali di presidente e quindi lo proteggeva da ogni responsabilità penale.
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