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Ucraina, due anni dopo: la guerra di attrito

Intervista ad Andrea Molle: "Sempre più difficile essere ottimisti, in questa fase la più favorita è la Russia"

Esteri
23/01/2024

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Siamo alla vigilia del secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022. Con Andrea Molle, Associate Professor, Department of Political Science, alla Chapman University (USA) facciamo un bilancio di questo conflitto.

Andrea Molle, facciamo un "bilancio" della guerra in Ucraina. A che punto siamo? È sempre più difficile essere ottimisti. Nonostante i tanti successi delle forze Ucraine, di cui sentiamo parlare in questi giorni, il conflitto è ormai da tempo entrato in una fase di cosiddetta “guerra di attrito”, che per ovvie ragioni favorisce la Russia.

Come sono le posizioni sul campo? Secondo l'intelligence britannica c'è una forte offensiva russa. Sappiamo ormai da tempo che l'auspicata controffensiva ucraina non ha ottenuto i risultati sperati. A fronte di ingenti perdite, sia di uomini che di mezzi, le forze di Kyiv non sono riuscite a riconquistare granché dei territori invasi da Mosca, impantanandosi in uno stallo che per molti versi ricorda la guerra di trincea che ha caratterizzato la Prima Guerra Mondiale.

Fino quanto potrà durare la resistenza Ucraina? Stando ai dati odierni, le proiezioni più ottimiste non la fanno arrivare alla fine del 2024. Per questo motivo gli Stati Uniti e l'Europa occidentale spingono per “congelare” il conflitto in una guerra difensiva al fine di investire un numero limitato di risorse nella difesa dell'Ucraina, prendendo invece tempo per migliorare le proprie capacità militari.

Pensi che sia possibile una nuova controffensiva dell'Ucraina? In realtà, dal punto di vista strategico, l'unica speranza per l'Ucraina di riconquistare le posizioni perdute in questi anni sarebbe proprio quella di riportare il conflitto ad una guerra di manovra, provando ancora una volta a danneggiare la catena logistica russa e sistema difensivo russo. Ma per farlo servono risorse molto più ingenti di quelle attualmente concesse al paese.

La Russia ha trovato paesi complici che gli hanno consentito di mantenere, nonostante le perdite, il suo arsenale ancora forte. Possiamo fare un quadro di questi complici? Oltre ai suoi alleati storici, dalla Bielorussia alla Cina, passando per l'Iran e la Corea del Nord che è forse il maggior responsabile dell'approvvigionamento missilistico russo, Mosca può contare su una fitta rete di paesi vicini alle sue posizioni.

Sappiamo che Putin, attraverso l'oro Africano, è riuscito a superare le sanzioni. Quali sono le vie di questa fonte di finanziamento? La Repubblica Centroafricana, il Sudan e il Mali sono i tre paesi dove il commercio del cosiddetto “blood gold” (oro insanguinato) è decollato negli ultimi anni.

A quanto ammonta questo traffico? Le stime più recenti suggeriscono che tra il 2022 e il 2023 il gruppo Wagner abbia riciclato qualcosa come 2,5 miliardi di dollari, nel tentativo di sostenere lo sforzo bellico di Mosca.

In questo scenario Africano chi ha preso il posto della famigerata Wagner? In realtà il Gruppo Wagner è vivo e gode di ottima salute. Ma come sappiamo è uno dei tanti conglomerati PMC che ricadono sotto il controllo più o meno diretto del Cremlino.

Come si sta comportando l'occidente? L'espansione dell'influenza russa è un disastro per tutti, tranne che per Putin e i dittatori che lui sostiene ovviamente.

Per la diplomazia ci sono sbocchi? Ritengo che ci sia sempre spazio per la diplomazia, ma una diplomazia efficace non può che basarsi su una deterrenza credibile ed efficace che riesca a dissuadere gli attori ostili dai loro intenti.

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Fonte: (GettyImages)