La dissidente russa Tatiana Vite accusa il regime di uccidere i rivali
Ieri sera, in una commovente fiaccolata in piazza Campidoglio, la dissidente russa Tatiana Vite ha preso la parola per denunciare la morte di Alexei Navalny come un omicidio orchestrato dal regime di Putin. "Alexei Navalny non è morto, è stato ucciso", ha dichiarato con fermezza. Yulia, la moglie di Navalny, ha promesso di continuare la lotta per una Russia libera, democratica e felice. Vite ha sottolineato che in Russia si vive una realtà simile a quella dei tempi di Stalin, con oltre 700 prigionieri politici ad alto rischio. Ringraziando l'Italia per la libertà di espressione garantita, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per fermare Putin. La situazione è critica e richiede un intervento urgente.
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