Esploratori convinti di aver risolto il mistero della scomparsa
Un team di esploratori guidato da Tony Romeo, ex ufficiale dell'intelligence dell'Air Force, è convinto di aver risolto uno dei più grandi misteri della storia dell'aviazione: la scomparsa di Amelia Earhart, leggendaria pioniera dell'aria, inabissatasi con il navigatore Fred Noonan nel luglio del 1937 a bordo del suo bimotore mentre tentava di compiere, prima donna a farlo, il giro del mondo. Romeo e la sua squadra alla Deep Sea Vision (DSV) ritengono di aver individuato il relitto dell'aereo, pressoché intatto, su un fondale sabbioso dell'Oceano Pacifico a quasi 5.000 metri di profondità. Occorreranno ulteriori immersioni e ricerche, già in programma, per confermare l'ipotesi. Nel frattempo, Romeo ha spiegato come sono giunti alla conclusione che l'immagine sonar pubblicata dalla società - poco più che una macchia colorata su uno sfondo sfocato - mostri davvero la sagoma del Lockheed 10-E Electra di Earhart. L'equipaggio di "archeologi subacquei ed esperti di robotica marina" della DSV si è messo sulle tracce di Amelia in una missione durata tre mesi lungo la rotta di quell'ultimo, fatale volo partito dalla Papua Nuova Guinea e diretto all'isola di Howland, nell'Oceano Pacifico centrale. L'esame della traiettoria percorsa dal velivolo, le ultime comunicazioni radio prima della sparizione - Earhart aveva segnalato di essere a corto di carburante -, l'analisi dei venti e un “approccio matematico e probabilistico” a quello che Romeo definisce “l'enigma perfetto” hanno permesso di individuare il possibile luogo in cui l'aereo si è inabissato. La DSV non ha reso noto l'ubicazione esatta, ma ha dichiarato che si trova a circa 160 chilometri a ovest di Howland Island, dove la pilota sperava di fare rifornimento, a metà strada tra l'Australia e le Hawaii. Nel comunicato stampa della società si legge che il team si è basato in parte su una teoria secondo cui il navigatore, Fred Noonan, potrebbe aver dimenticato di riportare indietro il calendario quando hanno attraversato la Linea internazionale del cambio di data, provocando errori di navigazione. Utilizzando un sommergibile all'avanguardia, Romeo e il suo team hanno esplorato un'area di circa 13.500 chilometri quadrati di fondale, utilizzando il sonar per mappare 1.600 metri alla volta. Il frutto di questo lavoro certosino è quell'immagine sonar in cui si scorge un oggetto in rilievo a quasi 5.000 metri di profondità, simile per forma e dimensioni all'aereo di Amelia Earhart. "Nell'immagine si vedono molto chiaramente i due stabilizzatori verticali nella parte posteriore", ha spiegato alla Reuters Romeo che conta di tornare presto sul posto per ottenere immagini migliori con un veicolo a comando remoto (ROV) e alla fine recuperare il relitto nella speranza di “riportare finalmente Amelia a casa”.
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